Serbatoi divisione acqua e depurazione

Impianti di Prima Pioggia in Continuo Infinitank

2023-09-26T09:00:22+02:00

IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA IN CONTINUO INFINITANK

Materiale: sistema di trattamento in continuo di acque di pioggia costituito da serbatoio monoblocco di tipo modulare in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) fornito di tronchetti in PVC e guarnizioni in gomma N.B.R. per l’entrata/uscita del refluo, comprendente un pozzetto scolmatore, un serbatoio modulare suddiviso in una sezione di dissabbiatura e una sezione di disoleazione con filtri a coalescenza dimensioonati secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste della Regione Lombardia L.R. 27 maggio 1985 n. 62.

Funzione: l’impianto permette di trattare in continuo le acque di pioggia provenienti dal dilavamento di superfici impermeabili fino a 10000 m2 di transito e parcheggio per aree industriali, residenziali, autolavaggi e stazioni di servizio potenzialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia e inerti. Il sistema di trattamento acque di pioggia in continuo sfrutta l’azione di un separatore di sabbie e oli a funzionamento continuo in grado di trattare portate fino a 55 l/s. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili sono convogliate al sistema di trattamento. Nelle vasche viene inviata una portata data dai primi 5 mm di un evento meteorico scaricati in 15 minuti; per portate superiori si attiva il bypass che invia al recapito delle acque bianche, le acque in eccesso. L’impianto di trattamento è costituito da un dissabbiatore e un deoliatore con filtro a coalescenza così che il refluo in uscita abbia le caratteristiche idonee per poter essere scaricato in corpo idrico superficiale.

Uso e manutenzione: le sabbie, gli oli e gli altri liquidi leggeri trasportati dalle acque di pioggia che dilavano le superfici esposte, si accumulano all’interno delle vasche durante il normale esercizio dell’impianto. Con il tempo, questi accumuli divengono eccessivi e tendono a pregiudicare l’efficienza di depurazione dell’impianto. Per questo motivo è essenziale svolgere delle operazioni periodiche di ispezione delle vasche e, qualora si renda necessario, provvedere allo spurgo e alla pulizia delle stesse. La frequenza di tali operazioni è in funzione del carico inquinante del refluo. Per quello che riguarda il filtro a coalescenza, occorre procedere periodicamente all’estrazione del filtro e al lavaggio energico con un getto d’acqua fatto in testa all’impianto. Le attività di spurgo devono essere svolte da aziende competenti ed autorizzate in quanto i reflui sono considerati rifiuti speciali e devono essere trattati come tali.

Impianti di Prima Pioggia in Accumulo Infinitank

2024-07-18T17:04:30+02:00

IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO INFINITANK

Materiale: sistema di trattamento fuori linea di acque di prima pioggia dimensionato secondo le richieste della L.R. 27 maggio 1985 n.62, costituito da serbatoi da interro rotostampati di tipo modulare in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tubazioni in PVC. L’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo/dissabbiatura modulare con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e una vasca di disoleatura con filtro a coalescenza dimensionato secondo normativa UNI-EN 858-1 e conforme alle richieste del D.lgs. 152/2006 ed un pozzetto prelievi fiscale.

Utilizzo: trattamento delle acque di prima pioggia di dilavamento di aree impermeabili di transito e parcheggio per aree industriali, residenziali e stazioni di servizio potenzialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia ed inerti.

Funzionamento: le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili devono essere convogliate al sistema di trattamento. Nelle cisterne di accumulo vengono raccolti i primi 5 mm di un evento meteorico. Al completo riempimento dei serbatoi, una valvola di chiusura attiva il by-pass inviando al recapito delle acque bianche le acque di seconda pioggia non soggette a trattamento. L’acqua inquinata stoccata viene rilanciata da una pompa sommersa che si attiva mediante quadro elettrico che regola lo svuotamento dell’accumulo in modo che dopo 48 ore dall’evento di pioggia il sistema sia pronto per un nuovo ciclo di funzionamento. Questo passaggio viene richiesto di legge per evitare il sovraccarico della rete di drenaggio urbano e per garantire il trattamento dei soli eventi meteorici che producono un flusso di dilavamento potenzialmente inquinato.  L’acqua di prima pioggia, quindi, viene inviata al sistema di dissabbiatura e disoleatura. La tipologia di quest’ultima fase del trattamento viene definita in base al recapito finale delle acque: per la pubblica fognatura si prevede un disoleatore gravitazionale, mentre per lo scarico in corso d’acqua superficiale si prevede l’impiego di un disoleatore con filtro a coalescenza.

Impianti per autolavaggi

2023-09-26T08:38:56+02:00

Impianti per autolavaggi

Il crescente interesse verso la tutela e la salvaguardia dell’ambiente si sta focalizzando sempre di più non solo sui trattamenti per le acque reflue domestiche o assimilabili ma anche, soprattutto nel corso degli ultimi anni, sui sistemi di depurazione delle acque di scarico provenienti da superfici impermeabili potenzialmente inquinate.

Rientrano in questo campo, le acque derivanti da impianti di lavaggio automezzi che sono caratterizzate dalla presenza di una variegata tipologia di inquinanti quali: solidi sospesi (sabbie e fanghi, ghiaia, pietrisco, residui vegetali,…), detergenti, oli minerali ed idrocarburi. Per tale motivo il trattamento di depurazione di tali reflui necessita di una serie di passaggi atti all’abbattimento in successione degli inquinanti. La scelta dei diversi tipi di trattamento varia in funzione del recapito finale (pubblica fognatura, corso idrico superficiale, sul suolo o riutilizzo).

DESCRIZIONE DI IMPIANTO

La prima fase di trattamento consiste in un dissabbiatore nel quale avviene la separazione gravimetrica di tutti quei composti che hanno un peso specifico diverso da quello dell’acqua: i materiali più pesanti (sabbie, fanghi, ghiaia,…) sedimentano e si accumulano sul fondo della vasca mentre quelli più leggeri (oli, grassi, schiume,…) si accumulano in superficie. La tubazione di uscita, pescando a metà vasca, evita la fuoriuscita del materiale separato.

La seconda fase è il trattamento di disoleazione. Grazie alla presenza del filtro a coalescenza gli oli e gli idrocarburi residui si aggregano sul filtro stesso separandosi così dal refluo.

Nella terza fase il refluo viene sottoposto ad un trattamento biologico intensivo nel quale, attraverso lo sviluppo di particolari ceppi batterici, si ha l’abbattimento della sostanza organica disciolta (BOD5 e COD) e dei detergenti (Fosforo). Il trattamento biologico è costituito da un filtro percolatore aerato in presenza di scarico finale in pubblica fognatura, al quale si aggiunge a monte un ulteriore filtro percolatore anaerobico quando lo scarico avviene in corso idrico superficiale. Le soffianti a corredo dei filtri percolatori aerati devono rimanere in funzione 24h/24h.

Infine per migliorare la qualità dell’acqua depurata per scaricarla a cielo aperto/sul suolo oppure per riutilizzarla nelle fasi iniziali del ciclo di lavaggio (prelavaggio,…), si abbina all’impianto di depurazione un trattamento di affinamento composto da un sistema di filtrazione a quarzite e carboni attivi.

 Impianti per autolavaggi

Impianti di prima pioggia

2024-07-18T17:09:35+02:00

IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA

Materiale: sistema di trattamento fuori linea di acque di prima pioggia dimensionato secondo le richieste della L.R. 27 maggio 1985 n.62, costituito da serbatoi rotostampati in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tubazioni in PVC. L’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e disoleatura dimensionato secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste del D.lgs 152/2006.

Utilizzo: trattamento delle acque di prima pioggia di dilavamento di aree impermeabili di transito e parcheggio per aree industriali, residenziali e stazioni di servizio potenzialmente inquinate da oli minerali, idrocarburi, sabbia ed inerti.

Funzionamento: le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili devono essere convogliate al sistema di trattamento. Nelle cisterne di accumulo vengono raccolti i primi 5 mm di un evento meteorico. Al completo riempimento dei serbatoi, una valvola di chiusura attiva il by-pass inviando al recapito delle acque bianche le acque di seconda pioggia non soggette a trattamento. L’acqua inquinata stoccata viene rilanciata da una pompa sommersa che si attiva mediante quadro elettrico che regola lo svuotamento dell’accumulo in modo che dopo 48 ore dall’evento di pioggia il sistema sia pronto per un nuovo ciclo di funzionamento. Questo passaggio viene richiesto di legge per evitare il sovraccarico della rete di drenaggio urbano e per garantire il trattamento dei soli eventi meteorici che producono un flusso di dilavamento potenzialmente inquinato. L’acqua di prima pioggia, quindi, viene inviata al sistema di dissabbiatura e disoleatura. La tipologia di quest’ultima fase del trattamento viene definita in base al recapito finale delle acque: per la pubblica fognatura si prevede un disoleatore gravitazionale, mentre per lo scarico in corso d’acqua superficiale si prevede l’impiego di un disoleatore con filtro a coalescenza.

Deoliatori

2023-09-26T08:38:21+02:00

DEOLIATORI

Materiale: contenitore corrugato/liscio e sedimentatore in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tronchetto di entrata e uscita in PVC. Costruito per ottenere la separazione a gravità di solidi e particelle d’olio fino a 150 µm. Dimensionato secondo UNI-EN 858-1 e UNI-EN 858-2 deoliatore di classe II. Nella versione con filtro a coalescenza si tratta di Deoliatore di classe I secondo la norma UNI-EN 858-1 e UNI-EN 858-2 dotato di filtro a coalescenza estraibile in spugna poliuretanica, acciaio e PVC .

Funzione: pensato per trattare le acque di dilavamento di piazzali scoperti/coperti con presenza materiale sedimentabile (sabbia, breccia,…), di oli minerali ed idrocarburi con recapito in pubblica fognatura. Pensato per trattare le acque di dilavamento di piazzali di sosta con debole presenza di oli minerali ed idrocarburi con recapito in pubblica fognatura. Nel caso di superficie scoperta la portata viene calcolata considerando una precipitazione di 20 mm/h ed un coefficiente di deflusso unitario.

Uso e Manutenzione: Un eccessivo accumulo di materiale galleggiante in superficie provoca la riduzione del volume disponibile per la separazione, questo rischio si aggrava in presenza di considerevoli apporti di sostanze sedimentabili, che si depositano sul fondo dell’impianto. Per evitare fughe di solidi e di oli minerali che potrebbero compromettere la qualità dell’effluente scaricato è consigliabile prevedere frequenti operazioni di ispezione e interventi di rimozione degli inquinanti accumulati ogni 6-8 mesi; gli interventi saranno più frequenti se l’impianto è a servizio di autofficine, di aree di stoccaggio oli o di autolavaggi. I depositi verranno estratti da personale specializzato e sottoposti a trattamento adeguato. Nella versione con filtro a coaelescenza, con frequenza mensile-bimestrale è necessario estrarre il filtro e provvedere ad un lavaggio energico dello stesso a monte dell’impianto.

Installazione: Seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da Rototec.

Trattamenti secondari spinti

2023-09-26T08:38:06+02:00

Trattamenti secondari spinti

MATERIALE:

vasche in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) collegate in serie. Tronchetti di entrata e uscita liquami e di collegamento in PVC. Corpi di riempimento del filtro percolatore in polipropilene ad alta superficie specifica. (*Coperchio del filtro percolatore corredato di predisposizione per il collegamento del tubo di ricircolo fanghi.) Impianto a fanghi attivi con sedimentatore in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con soffiante e piastre in gomma microforate per la distribuzione dell’aria a bolle fini. (*Ulteriore soffiante e tubo in polietilene per il ricircolo air lift dei fanghi)
*disponibile nella versione con ricircolo

FUNZIONE:

il trattamento secondario formato da un percolatore anaerobico e da un impianto a fanghi attivi (con ricircolo) permette di ottenere un abbattimento vicino al 100 % per quello che riguarda il carico organico e i solidi sospesi e una riduzione molto spinta del carico di azoto e di fosforo. Il filtro percolatore è un reattore biologico nel quale i microrganismi, in condizioni anaerobiche, utilizzano la sostanza biodegradabile contenuta nel refluo. Questi si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento in polipropilene disposti alla rinfusa, pensati proprio per rendere massima la superficie di contatto tra i microrganismi e il refluo. (Gli impianti a fanghi attivi sono sistemi nei quali la flora batterica si sviluppa in colonie che rimangono in sospensione nel refluo e consumano il materiale biodegradabile rimanente.) Il processo è totalmente aerobico e l’ossigeno necessario allo sviluppo dei batteri è fornito da un sistema di aerazione mediante diffusori sommersi che dal fondo della vasca disperdono un flusso d’aria a bolle fini. Questo garantisce anche una continua miscelazione del refluo. (Parte dei fanghi presenti nella vasca vengono, mediante un sistema air lift, ricircolati all’interno del percolatore. In questo modo l’attività di rimozione del carico organico, dell’azoto e del fosforo risulta massima.) All’uscita dell’impianto a fanghi attivi è presente un alloggio dove posizionare una pastiglia di cloro che permette di disinfettare il refluo in uscita dall’impianto di depurazione prima di essere scaricato.

Impianti a Fanghi Attivi

2023-09-26T08:37:48+02:00

IMPIANTI A FANGHI ATTIVI

Materiale: contenitore corrugato e sedimentatore in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tronchetto di entrata e uscita in PVC. Con soffiante e piastre microforate per la distribuzione dell’aria e n°2 pastiglie di cloro per la disinfezione finale del refluo in uscita. Costruiti e certificati in conformità alla Norma UNI EN 12566-3.

Funzione: depurazione di acque reflue domestiche nere mediante trattamento secondario di digestione aerobica. L’impianto a Fanghi Attivi Rototec viene dimensionato per uno scarico domestico medio: si considera una portata specifica scaricata di 200 l/AE x giorno; un carico di inquinamento organico pro capite di 60gBOD/AE x giorno, la concentrazione in ingresso all’impianto viene ipotizzata pari a 240 mgBOD/l prevedendo a monte dell’impianto un trattamento primario tipo Imhoff. E’ importante installare a monte dell’impianto un degrassatore per la separazione di oli, grassi e schiume e una vasca biologica per il trattamento primario delle acque nere, così che in condizioni di regolare esercizio, la capacità depurativa dell’impianto arriva fino al 90% (abbattimento del carico organico come BOD5).

Uso e manutenzione: si consiglia di ispezionare la vasca con cadenza almeno annuale e di procedere con eventuali operazioni di estrazione del fango di supero. Tali operazioni vengono svolte di norma in concomitanza con i trattamenti di ispezione e spurgo della fossa imhoff. La pulizia verrà svolta estraendo una parte dei fanghi di supero, prestando attenzione alla rimozione degli accumuli nelle condotte di ingresso ed uscita ed operando la pulizia dei diffusori d’aria per prevenire eventuali intasamenti. Le pastiglie di cloro in dotazione devono essere posizionate nell’apposito alloggio solo nel caso in cui l’impianto a fanghi attivi recapiti direttamente nel corpo ricettore.

Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da Rototec.

Vasche Biologiche Settiche

2023-09-26T08:37:20+02:00

VASCHE BIOLOGICHE SETTICHE

Materiale: contenitore corrugato/liscio in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tronchetto di entrata e uscita in PVC. Costruite e dimensionate in conformità alla Norma UNI-EN 12566-1. Il Decreto Legislativo 152/2006 rimanda alle indicazioni dettate dal Comitato Interministeriale  per la Tutela delle acque dall’inquinamento (supplemento ordinario alla G.U. n. 48 del 21/02/77 par. 4), per cui sono richiesti volumi medi di 120-150 l/A.E.

Funzione: depurazione di acque reflue domestiche nere per sedimentazione primaria.

Uso e manutenzione: Un eccessivo accumulo di materiale putrescibile sul fondo delle vasche può provocare fenomeni di digestione anaerobica incontrollata che, causano eccessive produzioni di biogas e sviluppo di cattivi odori; inoltre la riduzione del volume disponibile nel comparto di digestione e l’eccessiva produzione di bolle di gas concorrono alla risalita del materiale decantato con il peggioramento della qualità dell’effluente trattato. Per questo in relazione ai carichi alimentati nelle fosse sono da prevedersi da 1 a 4 ispezioni l’anno ed eventuali operazioni di rimozione della crosta superficiale e spurgo dei fanghi accumulati. Con la rimozione del corpo di fondo occorre eliminare il materiale che potrebbe ostruire i tronchetti di ingresso ed uscita del refluo.

Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da Rototec.

Vasche Biologiche Imhoff

2023-09-26T08:36:42+02:00

VASCHE BIOLOGICHE IMHOFF

Materiale: contenitore corrugato/liscio e sedimentatore in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tronchetto di entrata e uscita in PVC. Costruite in conformità alla Norma UNI-EN 12566-3. La Tabella 3 dell’Allegato 5 del Decreto Legislativo 152/2006 definisce i limiti di concentrazione per uno scarico assimilabile a domestico con recapito in Pubblica Fognatura. Il dimensionamento proposto consente di raggiungere tempi di ritenzione in sedimentazione di 2-3 ore per la portata media permettendo la rimozione a norma di legge della componente solida e del carico biologico. L’applicazione deve essere sottoposta a valutazione da parte dell’ente gestore dei servizi di pubblica fognatura.

Funzione: depurazione di acque reflue domestiche nere per trattamento primario e digestione anaerobica.

Uso e manutenzione: Le vasche Imhoff Rototec sono pensate per garantire l’accumulo dei fanghi primari per un periodo minimo di 4-5 mesi di esercizio dell’impianto. In relazione ai carichi alimentati nella fossa sono da prevedersi almeno 2-3 ispezioni l’anno da parte di personale specializzato ed operazioni di spurgo in cui si provveda alla rimozione del 70-80% del corpo di fondo ed alla pulizia delle superfici interne della vasca, compresa l’eliminazione del materiale che ostruisce i tronchetti di ingresso ed uscita del refluo e la bocca di uscita del sedimentatore.

Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITA’ D’INTERRO” fornite da Rototec.

Degrassatori e Dissabbiatori

2023-09-26T08:37:36+02:00

Degrassatori e Dissabbiatori

MATERIALE:

contenitore liscio/corrugato in monoblocco/a struttura bicamerale in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE), con tronchetto di entrata e uscita in PVC. Dimensionati e certificati secondo la norma UNI-EN 1825-1, per garantire un tempo di ritenzione superiore a quattro minuti per la portata massima e maggiore di quindici minuti per la portata media giornaliera.

FUNZIONE:

la degrassatura è un pretrattamento fisico di separazione degli oli, delle schiume, dei grassi, dei sedimenti pesanti, e di tutte le sostanze che hanno peso specifico inferiore a quello del liquame.

USO E MANUTNZIONE:

le sostanze rimosse per flottazione, accumulandosi sulla superficie del degrassatore, costituiscono una crosta superficiale, mentre i solidi più pesanti depositandosi sul fondo formano un accumulo di fanghi putrescibili. E’ utile prevedere interventi di spurgo una eccessiva presenza di fanghi nel degrassatore può provocare sviluppo di condizioni settiche con rilascio di emissioni maleodoranti, in particolare nel periodo estivo. Per quanto detto, si consiglia di contattare personale competente che provveda alla rimozione del cappello superficiale e dei sedimenti di fondo, facendo particolare attenzione ai sedimenti che potrebbero ostruire le sezioni di ingresso ed uscita del liquame. La frequenza degli interventi dipende dal carico di grassi, oli e solidi sedimentabili presenti nello scarico, si consiglia, comunque, di ispezionare la camera di separazione ogni uno/due mesi.

Serbatoi da Interro

2023-09-26T09:01:37+02:00

SERBATOI DA INTERRO

Funzione: contenitori utilizzati per lo stoccaggio di acque potabili e meteoriche e altri liquidi alimentari. L’elevata resistenza e la bassa reattività del polietilene lineare ad alta densità permette l’utilizzo dei serbatoi per il contenimento di diverse tipologie di fluidi (vedere la scheda di compatibilità del PE ai fluidi).

Uso e manutenzione: le cisterne non sono soggette a deterioramenti nel tempo ed i materiali utilizzati assicurano la massima affidabilità per quanto riguarda problemi di corrosione ed ossidazione. La struttura in monoblocco garantisce robustezza e solidità in quanto non sono presenti saldature che potrebbero indebolire le parti sollecitate da tensioni interne. Per esigenza di installazione è possibile praticare fori nei serbatoi sugli appositi piani. Le superfici lisce dei serbatoi consentono una facile manutenzione, la leggerezza un facile trasporto ed installazione. Inoltre il costo è nettamente inferiore al metallo, al cemento e alla vetroresina.

Modularità: grazie all’installazione di giunti flangiati in PE è possibile collegare più serbatoi per ottenere elevati accumuli.

Disponibilità colori: nero, grigio marmorizzato.

Installazione: seguire scrupolosamente le “MODALITÀ D’INTERRO” fornite da ROTOTEC.

AVVERTENZE:
Serbatoio da utilizzare esclusivamente per l’interro. Non usare all’esterno; Verificare attentamente l’integrità del serbatoio ROTOTEC e la tenuta delle guarnizioni; L’installazione non può essere fatta vicino a fonti di calore; Il serbatoio va posizionato su una superficie piana e non cedevole; Nell’installare il serbatoio fare massima attenzione affinché non filtri alcuna luce per evitare formazioni di alghe; Nei collegamenti alla rete idrica usare tubazioni flessibili onde evitare sollecitazioni per il carico e lo scarico del serbatoio. Non lasciare il serbatoio per troppo tempo privo di coperchio; Nel caso di accumulo di acqua piovana è consigliata l’installazione di un pozzetto filtro foglie a monte della vasca, per evitare l’accumulo di pietrisco, sabbia, foglie ecc. all’interno del serbatoio; Per il contenimento di fluidi non espressamente indicati in questa sezione contattare l’ufficio tecnico.

Serbatoi da Esterno

2023-09-26T08:59:45+02:00

SERBATOI DA ESTERNO

Funzione: contenitori utilizzati per lo stoccaggio di acque potabili e meteoriche e altri liquidi alimentari. L’elevata resistenza e la bassa reattività del polietilene lineare ad alta densità permette l’utilizzo dei serbatoi per il contenimento di diverse tipologie di fluidi (vedere la scheda di compatibilità del PE ai fluidi).

Uso e manutenzione: le cisterne sopportano sbalzi di temperatura esterna da – 20 °C a + 80 °C, non sono soggette a deterioramenti nel tempo ed i materiali utilizzati assicurano la massima affidabilità per quanto riguarda problemi di corrosione ed ossidazione. La struttura in monoblocco garantisce robustezza e solidità in quanto non sono presenti saldature che potrebbero indebolire le parti sollecitate da tensioni interne.Per esigenza di installazione è possibile praticare fori nei serbatoi negli appositi piani.Le superfici lisce dei serbatoi consentono una facile manutenzione, la leggerezza un facile trasporto ed installazione. Inoltre il costo è nettamente inferiore al metallo, al cemento e alla vetroresina.

Disponibilità colori: di serie: azzurro; su richiesta: verde, terracotta, grigio marmorizzato.

AVVERTENZE:
Serbatoi da utilizzare esclusivamente per l’esterno. Non interrare; Verificare attentamente l’integrità del serbatoio ROTOTEC e la tenuta delle guarnizioni; L’installazione non può essere fatta vicino a fonti di calore; Il serbatoio va posizionato su una superficie piana e non cedevole; Nell’installare il serbatoio fare massima attenzione affinché non filtri alcuna luce per evitare formazioni di alghe; Nei collegamenti alla rete idrica usare tubazioni flessibili onde evitare sollecitazioni per il carico e lo scarico del serbatoio. Non lasciare il serbatoio per troppo tempo privo di coperchio; Per il contenimento di fluidi non espressamente indicati in questa sezione contattare l’ufficio tecnico.

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